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5 10 15 20 25 30 35 15 “Non è un po’ poco,” disse l’Imbranato, “voglio dire, il 10%... potrebbe vendersi per più.” “No,” rassicurò il Lungo, “è onesto. Questo è il prezzo di merca- to. Lui non corre i rischi che corriamo noi e poi non dà informazioni sbagliate altrimenti si sputtanerebbe nell’ambiente. Ora siete tutti pronti?” “Sì.” “Mettiamoci le calze in testa.” Indossarono le calze. Il Largo si sentì gli occhi di tutti puntati addosso. “Che c’è?” “Dove l’hai presa quella?” disse il Corto. “Dal cassetto di mia madre, perché?” e mentre il Largo parlava la ciccia che fuoriusciva dalle maglie della calza ballonzolava su e giù. “Avevo detto una calza, non una calza a rete!” disse il Lungo. “Tò, mettiti la mia sciarpa sulla bocca che non ti si può guardare. E adesso tutti zitti; avanziamo nel massimo silenzio, è chiaro?” Annuirono. Cominciarono a camminare, ma a un certo punto udirono un “hiiii.” Si fermarono. Silenzio. Camminarono di nuovo, “hiiiii….hiiii.” Era ritmico ed era vicino a loro, troppo vicino. Si gi- rarono. “Che c’è?” esclamò l’Imbranato. “Usa quel tuo cavolo di broncodilatatore!” gli urlò (ma sottovo- ce) il Corto. L’operazione richiese un po’ di tempo (togli il cappuccio, togli la calza, spruzza il medicinale, due volte, metti la calza, metti il cappuccio), ma poi ricominciarono a camminare. Tutto andò secondo i piani: muretto, scavalcamento, raggiun- gimento della porta, forzatura della serratura, cassetto, soldi. Arraf- farono il tutto e sgusciarono fuori, nella fredda notte desolata. Ma, arrivati al cancello si resero conto che il muretto all’interno del can- cello non c’era e le sbarre erano troppo alte per riuscire ad arrivare in cima e scavalcare. “ODDIO!!” gridò il Largo. “SIAMO IN TRAPPOLA!” “Shhh,” fecero tutti. Il Largo abbassò la voce .“Mio padre mi uc- ciderà! Tutti i nostri padri ci uccideranno! Moriremo tuttiiiii!!” “hiii, hiii,” sibilava l’Imbranato.