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5 10 15 20 25 30 35 16 “Idioti! Guardate!” Mentre il Lungo indicava, si resero conto che la catena che chiu- deva il cancello non aveva lucchetto. Scapparono svanendo nell’o- scurità. Episodio 3: Ciò che è mio è mio, ciò che è tuo è mio, ciò che è suo pure… o no? A scuola il giorno dopo non si era parlato d’altro. Il furto alla se- greteria era stato l’argomento preferito di tutti. Preside e professori tuttavia tenevano le bocche cucite. Sembrava che ci fossero le regi- strazioni dei video delle telecamere, ma che gli intrusi non fossero riconoscibili. Jensika dopo scuola era passata ai giardinetti dove aveva incon- trato Mario, un suo vecchio amichetto delle scuole medie. Mario ap- parteneva alla comunità Rom che viveva in un campo vicino alla scuola che frequentava Jensika, cosicché anche lui aveva preso l’abi- tudine di frequentare i giardinetti. Mario e Jensika occuparono la panchina che dava sull’entra- ta del giardinetto e, mentre chiacchieravano, videro accostarsi una macchina lunga lunga, da cui scese un ragazzo alto alto che aveva più o meno la loro età. “Ma guarda quello,” disse Mario a Jensika, “ha la macchina con l’autista!” Lo seguirono con lo sguardo e lo videro avvicinarsi a quel ra- gazzo, come si chiamava, stava pensando Jensika. Ah, sì, si ricordò, era Giggino o’ Zuozo. Il tipo alto alto cacciò qualcosa dalla tasca e la porse a Giggino che la infilò subito nel giubbino e batté il cinque con lo spilungone. Mentre stavano guardando la scena si resero conto che Totore Coscia Storta si stava avvicinando a loro. “Fra’, bella fra’,” disse rivolto a Mario. “Senti fra’, lo sai che voi qua non potete stare?”