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5 10 15 20 25 30 35 27 “Però se mio padre scoprisse che mi vedo con lui mi caccerebbe di casa,” disse Jensika abbassando lo sguardo. “Perché tuo padre è un…” “Zitto Mario, non lo dire,” Jensika si mise le mani sulle orecchie. “E tu non dirglielo mai a tuo padre che ti vedi con lui,” consigliò Rahma come se fosse una navigata nel mentire ai genitori. “Oh io glielo direi, ma so che non posso farlo. Per una cosa del genere sarebbe capace di non farmi uscire più.” “Be’, certe cose non le cambi,” sospirò Mariella. “E noi che ci stiamo a fare allora?” disse Mimmo. “Possiamo provare a cambiare i nostri genitori e gli adulti. Noi siamo quelli che devono cambiare il mondo. È il nostro compito, sennò che giovani siamo?” Allora Gaetano li guardò tutti con aria preoccupata. “E se poi diventiamo vecchi?” disse. Tutti alzarono gli occhi al cielo. Epilogo Alcuni mesi dopo gli amici di Jensika, Mariella e Rahma si incontra- rono come sempre ai giardinetti. La scuola stava per finire con gran sollievo delle ragazze che per un po’ non avrebbero sentito parlare del loro professore di matematica. In realtà proprio quella mattina Jensika aveva provato a parlare con lui. Timidamente gli si era avvicinata e, preso tanto, ma tanto co- raggio, gli disse tutto d’un fiato che non sopportava che offendesse il suo paese di origine e le donne come faceva di solito. Il prof la guar- dò dritto negli occhi e disse: “Ogni qual volta perderai l’orgoglio di essere ciò che sei, o ti dimenticherai di essere ciò che sei, ti verrò in mente io… e questo ti darà la forza di andare avanti per la tua strada. Ma bada: la tua strada è soltanto tua,” e se ne andò. Jensika smandibolò, e fu così che la trovò Rahma, la quale, pre- sala sotto al braccio, l’accompagnò fuori scuola all’appuntamento con gli altri.