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5 10 15 20 25 30 35 28 “Che avrà voluto dire?” si chiedeva Mariella. “Certo che gli adulti sono proprio strani,” diceva Mario scuoten- do il capo. “Mo stai a vedere che il prof si vuole riscattare fingendo di dare perle di saggezza,” disse a un certo punto Gaetano. “Ma no, secondo me è solo un’ennesima provocazione,” disse Jensika che si era ripresa dallo stupore. “Si è sentito attaccato e ha rilanciato una frase senza senso.” “A me non sembra che non abbia senso,” disse Mariella. “Sem- bra quasi che lo faccia per il tuo bene. Come se ti volesse spronare a rivendicare la tua identità.” “E già,” disse Rahma, “adesso il prof è diventato buono tutto a un tratto.” Mentre cercavano di interpretare le frasi sibilline del professore, arrivò Mimmo tutto trafelato. “Non immaginerete mai che cosa ho saputo,” disse cercando di riprendere fiato. “Ho incontrato Giggino o’ Zuozo …” “Quel Giggino o’ Zuozo?” lo interruppe Mario. “Sì, proprio quello,” rispose Mimmo alla domanda preoccupa- ta di Mario, e continuò, “però dovete promettermi che non direte a nessuno cosa mi ha raccontato. Lui sa chi ha rubato i soldi della segreteria della scuola.” “Oh!” “Eh?” “Maddai!” esclamarono tutti insieme meravigliati e incuriositi. “Sembra,” riprese a raccontare Mimmo, “che siano stati dei ra- gazzi che frequentano la scuola affianco. Tutti figli di papà, gente coi soldi.” “Ma come?” disse Mario fingendosi risentito. “Non eravamo stati noi, i cattivissimi Rom?” Tutti risero. “Ma la cosa più assurda,” continuò Mimmo, “è che Giggino quando me l’ha raccontato si è fatto un sacco di risate. Mi ha detto che è stato lui a dargli tutte le informazioni per entrare, ma non li aveva avvertiti che le telecamere non funzionavano e nemmeno che la catena del cancello della scuola non aveva lucchetto …”