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5 10 15 20 25 30 35 45 sia stato per l’AIDS, altri che sia stato ucciso dalla polizia. I miei ge- nitori mi hanno dato il suo nome per non dimenticarlo.” “E tu ti porti dietro questa storia per tutta la vita avendo il suo nome.” “Sì, e tutto quello che ha significato. Forse un giorno andrò in Nigeria, che è un paese che non ho mai conosciuto realmente. Chis- sà,” e si perse per un attimo nei suoi pensieri. “È tornato,” esclamò all’improvviso Vanessa che stava col tele- fonino in mano, “è tornato il collegamento!” Esultarono, tutti tranne Rollo che si stava abituando a quella si- tuazione di svacco totale, e guardarono la gente che a poco a poco tornava nelle proprie case e nei propri uffici a recuperare il lavoro perduto. A Rollo sembrò che un velo di tristezza accarezzasse il viso di molti. Anche loro si salutarono. “Scambiamoci i nostri indirizzi Facebook, così ci incontriamo sul web,” disse Armelinda. “Con me non ci contare,” precisò Rollo, “preferisco incontrarvi qui dal vivo.” Risero. Quel ragazzo era un po’ strano per loro, ma era anche tanto simpatico. Prima di dividersi, Fela si avvicinò a Rosaria e le disse, “Se ti va qualche volta puoi venire a casa mia. Ho dei dischi di Fela Kuti che mi piacerebbe farti sentire, sempre che la tua congiuntivite non ti dia troppa noia.” “Quale cong… ah s-sì, sì, è ovvio,” disse un’incredula Rosaria. Si salutarono e mentre tornava verso casa con le sue amiche pensava a chi diavolo gliel’aveva fatto fare a dire quella stupidaggine sulla congiuntivite. Maledetta timidezza! Ma poi, soprattutto, come cavo- lo faceva Fela a sapere il suo nome?