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5 10 15 20 25 30 35 30 Episodio 2: Non c’è nessun campo da gioco su cui allenarsi “Coraggio! Andiamo al campo di gioco.” dice Bochdam. Un ragazzo scuro di carnagione di nome José chiede al mio ami- co, “Formeremo la squadra di calcio per giocare nel campionato del- la scuola di quest’anno?” “Non penso. Non abbiamo nessun posto per allenarci”, rispon- de un ragazzo di nome Mohamed. “Cosa intendi dire con non abbiamo? Potremmo allenarci sui campi del Centro Sportivo”, dice Bochdan. “Te li puoi scordare quei campi, lo sai che non ci faranno entra- re”, dice Mohamed. “Ti sbagli, noi possiamo usare i campi. Quei campi sono per tut- ti i bambini del quartiere e noi siamo bambini di questo quartiere, quindi quei campi sono stati fatti per noi. Il problema è che gli Ecua- doriani stanno sempre lì e sono molti più di noi. E sono più forti. Loro sono quelli che non ci lasciano allenare in quel posto, ma non è per niente giusto.” dice José. “Ma anche loro sono del quartiere, quindi ci possono dire che è anche loro diritto giocare su quei campi.” dice Bochdam. “Sono stranieri,” dice José, “perché non sono nati qui.” “Anche io non sono nato qui ma sento che questa è casa mia,” risponde Mohamed un po’ scocciato, “e la stessa cosa vale per Raul che è pure di un altro quartiere. Io sono sia marocchino che di questo quartiere - e non parli del tuo ‘paese’ che è in Estremadura? Io penso che possiamo appartenere a diversi posti allo stesso tempo.” “Ti ricordi di Pedro e di suo cugino, a scuola? Quelli che abita- vano nel mio palazzo? I loro genitori sono stati tra le prime persone ad arrivare nel quartiere quando c’erano solo poche case. Quando eravamo al primo anno, hanno dovuto lasciare il quartiere. Che suc- cederebbe se tornassero e volessero giocare sui campi? Secondo José potrebbero dire di avere il diritto di giocarci perché sono nati qui e appartengono al quartiere più di Mohamed. Non è così José?” Boch- dan sorride e dà a José una spintarella per allentare la tensione. “A quel punto che faremmo?”