Page - 32 - in Hanadi & Christian - Italian

5 10 15 20 25 30 35 32 “Lo so, ma non importa. All’inizio tutti loro sono nuovi, ma una volta che incontrano gli altri si mettono insieme e non ci fanno gioca- re sui campi.” dice Mohamed. “Ma non puoi dire questo di Christian! Non puoi sapere come è una persona finché non la conosci.” dice Silvia. “Scommetto con te che entro la fine della settimana, lui starà già giocando in una squadra mentre noi saremo ancora qui a cercare il modo per iniziare ad allenarci.” “Ma come lo sai, José? Come puoi essere così sicuro?” chiede Bochdan. “Lo so e basta.” risponde José. “Non è esattamente una buona ragione.” dice Bochdan. “Ci sono passato centinaia di volte.” dice José. “Ma tu non mi conosci.” riesco a dire io. “Sì, hai ragione. Ma tu sei un Ecuadoriano e, appena conoscerai gli altri, ti unirai a loro e userai i campi notte e giorno.” dice José. “Non tutti gli Ecuadoriani sono uguali. Voi Spagnoli siete tutti uguali?” Non riesco a capire come le mie parole vengano fuori così veloci e spavalde. “Vediamo. Ho un’idea.” dice Raul che non ha ancora parlato. “Faremo giocare Christian con noi. Dopo tutto adesso non abbiamo comunque abbastanza giocatori. E d’altro canto, se lui gioca nella nostra squadra significa un Ecuadoriano in meno contro di noi. Non abbiamo nulla da perdere, ma tutto da guadagnare”. “Ma perché gli vuoi dare quest’occasione, quando ti dovrai ren- dere conto che è inutile?” chiede José. “L’ho appena spiegato. E, a parte questo, tu pensi che tutti gli Spagnoli siano uguali? Christian te l’ha già chiesto.” dice Raul. “No, non noi.” dice José. José fissa Raul come per dirgli “Mi conosci. Perché mi fai queste domande?” José è tutto rosso in faccia. Ha una forte personalità, ma Raul sa che, quando capisce una cosa, è capace di cambiare idea. Ecco perché continua a interrogare José. “E allora perché tutti gli Ecuadoriani dovrebbero essere uguali? Bochdan ha ragione. Come fai ad essere così sicuro che Christian finirà in campo con loro?” chiede Raul.