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5 10 15 20 25 30 8 Subito Vanessa si è alzata e ha detto: “Mi è appena venu- to in mente quello che è successo ieri. Siamo scesi giù al corti- le sotto casa nostra. I miei amici e io abbiamo giocato in pace per un po’, quando tutto a un tratto è arrivata una bambina. È venuta al nostro scivolo e voleva giocare come se vivesse nel condominio dove abitiamo noi. Ma nessuno la conosceva. Così le abbiamo detto che quello è il nostro cortile. Appartiene al nostro palazzo e a nessun altro bambino è permesso starci. Gliel’abbiamo detto tutti, ma a lei non è importato niente e ha continuato a giocare. Allora i bambini le sono immediatamente corsi dietro, hanno preso dei piccoli rametti e hanno cominciato a colpirle le gambe. Anche noi bambine ci siamo avvicinate a lei e le abbiamo tirato i suoi lunghi capelli neri. Non era giusto che ci desse fastidio mentre giocavamo nel nostro cortile.” La faccia di Vanessa è diventata rossa; non aveva mai par- lato così tanto in classe. Abbiamo tutti ascoltato Vanessa. Allora la maestra ci ha chiesto cosa pensavamo di quello che ci ha raccontato. Ci siamo messi in cerchio e tutti abbiamo potuto dire la nostra. Molti dei bambini della classe erano d’accordo con Vanessa sul fatto che non era giusto che la bambina fosse entrata nel cortile. Allora la maestra ci ha chiesto: “Cosa avreste fatto voi in una circostanza come quella?” Leon si è alzato in piedi e ha detto: “Io le avrei chiesto come si chiama.” Nessuno ha detto niente. Allora la maestra ci ha proposto di mettere in scena l’intera situazione. A me è stato dato il ruolo della bambina che era en- trata nel cortile. È stata veramente una strana sensazione quan- do ho dovuto lasciare la classe per poi entrare di nuovo come se stessi entrando in un vero cortile. Immaginavo che i bambini