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5 10 15 20 25 30 48 maestro, il Sig. Gollob, lo aveva trattato veramente male e oggi capisco che l’unico motivo per cui era stato così cattivo con lui era che Tabor era Rom. Mi ricorderò sempre la sua faccia e le sue lacrime quando gli altri bambini ridevano di lui.” “Così tu pensi che il bambino, Tabor, era così offeso perché la giacca non era solo la giacca del nonno, ma gli apparteneva, era anche espressione della sua…?” ha chiesto Jelena. “…della sua identità. Sì Jelena.” ha risposto mio padre. “Forse la giacca gli dava un senso di sicurezza e lo faceva sentire bene?”chiese Isabell. “Non capisco che cosa vuoi dire.” ha detto Marco. “Che può essere mai una giacca, serve solo a coprire il corpo?!” “Sì, sono d’accordo con Marco. È solo un vestito. Non pian- gerei se qualcuno mi prendesse in giro per il mio maglione o la mia giacca.”disse Sonia. “Ma forse se indossi dei vestiti che ti piacciono davvero e con i quali ti senti a tuo agio ti senti più sicura di te e senti di avere il potere di presentarti agli altri come la persona che desi- deri essere?” ha replicato Isabell. “E allora che importa se qualcuno ride di te..?” ha chiesto Dina. Allora è entrata mia madre e ha detto che la cena ci stava aspettando. Aveva preparato anche cibo vegano e vegetariano. Aveva provato diverse ricette di paesi differenti. Visto che c’e- ra molto da mangiare, abbiamo tutti pensato che sarebbe stata una buona idea portare queste buone cose a scuola l’indomani mattina così da poter fare una festicciola in classe. Ma potremo davvero a risolvere i nostri problemi e a creare un’atmosfera positiva? Mi chiedo che cosa dirà la Signora Huber, quando faremo una festa a sorpresa durante la sua lezione.