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5 10 15 20 25 30 35 31 “E perché questo dovrebbe essere diverso da quello che è suc- cesso al campo estivo? Lì non dicesti la stessa cosa, quando eravamo noi gli stranieri, quelli che venivano da fuori.” disse Silvia ad alta voce. Silvia aveva ascoltato tutta la conversazione mentre giocava con un pallone da calcio. “Mi stai facendo confondere ancora.” dice José allontanandosi da Bochdan. “So che quello che sto dicendo è giusto e lascia stare Pedro. Lui non tornerà. Il nostro problema sono gli Ecuadoriani.” Episodio 3: Come formare le squadre Qualche giorno dopo, José, Silvia e Mohamed stanno giocando, cal- ciando la palla contro un muro. Bochdan e io siamo seduti su una panchina vicino a loro. “Ciao!” dice un ragazzo di un’altra classe. “Ciao Raul!” dice José. “Stiamo pensando se formare o no una squadra di calcio per il campionato di quest’anno. Mohamed dice che non ci possiamo allenare sui campi del Centro Sportivo, ma Bo- chdan e io non siamo d’accordo. Dobbiamo fare qualcosa perché ci lascino giocare lì per un po’.” “Ma abbiamo anche un altro problema oltre a quello del campo, non abbiamo abbastanza giocatori.” dice Raul. Raul frequenta la nostra stessa classe ma in un’altra scuola del no- stro territorio. Conosce José perché i loro genitori sono amici. Sembra un tipo tranquillo e gentile. Sono contento che sia parte del gruppo. “Beh, forse Christian potrebbe giocare nella nostra squadra.” dice Bochdan guardandomi. Improvvisamente divento molto ner- voso perché non avevo ancora detto nulla. “No! Stai scherzando?” dice José. “Lui è uno di loro”. “Io?” chiedo. Sono sorpreso dal fatto che qualcuno che non mi ha mai visto pensa di sapere come sono. “No, non è uno di loro. È solo nuovo della scuola e del quartiere. Non lo vedi?” dice Bochdan.