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5 10 15 20 25 30 35 35 sciamo a batterli, loro tornerebbero il giorno dopo con i rinforzi e noi dovremmo batterci ancora. Nessuno può tenersi i campi con la forza per sempre!” dice Raul. “Sono d’accordo con Raul. Penso che l’idea migliore sia di par- lare agli Ecuadoriani, spiegare loro che anche noi vogliamo giocare sui campi e che non è giusto da parte loro tenerli sempre occupati. Penso che se discutiamo con loro possiamo arrivare a un accordo.” dice Bochdan. “Con quella gente non ci puoi parlare. Non ascoltano proprio. Questo è ciò che mi ha detto mio padre e mi ha detto anche che sono tutti degli stupidi.” dice José. “José, ricordati di quello di cui abbiamo parlato stamattina al campo da gioco. Forse noi non ci siamo allenati per un anno perché eravamo sicuri che gli Ecuadoriani non avrebbero condiviso i cam- pi e, a causa di questo, non glielo abbiamo neanche mai chiesto. Come possiamo esserne così sicuri? Penso che forse la nostra idea iniziale era sbagliata. Stamattina tutti noi siamo arrivati alla con- clusione che se non conosciamo Christian, non conosciamo il modo in cui si comporterà. Non potrebbe valere la stessa cosa anche per gli altri Ecuadoriani? Forse noi non sappiamo veramente come rea- girebbero gli Ecuadoriani perché non ne abbiamo parlato con loro.” dice Bochdan. “Questa è la tua conclusione, non la mia.” dice José. “Comunque, se non siamo sicuri di voler parlare con loro, po- tremmo chiedere aiuto a qualcun altro.” dice Silvia. “Chi?” chiedo e cerco di dimenticare quello che ha detto José. Non voglio avere problemi così presto. “Ho un sacco di cugini che potrebbero venire ad aiutarci.” dice Mohamed. “Penso che Silvia non intendesse chiedere alle persone di veni- re con noi per superarli numericamente. Perché dovremmo volerli superare numericamente? Potremmo chiedere a qualcuno che non appartiene a nessuno dei due gruppi di trovare il giusto modo per condividere i campi. Da quello che so, è il Centro Sociale che si occu- pa dei campi. Forse potremmo chiedere a loro.” dice Raul.