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5 10 15 20 25 30 30 “Sì, stavo giocando a badminton con mia cugina. È ovvio che doveva sembrare divertente. Io indossavo calzoncini e una t-shirt mentre lei era vestita come in inverno, con una gonna lunga e la hijab abbinata in testa.” “Mi chiedevo proprio come faceva a muoversi – ma era molto brava ed ha quasi vinto la partita,” ha detto Sonia. “Cos’altro è accaduto?”, voleva sapere Isabell. “Più tardi nel pomeriggio è venuta un’amica austriaca di mia mamma a trovarla. Stavano bevendo il caffé mentre parlavano di culture diverse – di quella austriaca e di quella iraniana. Ero curiosa e così mi sono seduta vicino a loro. In quel momento ho sentito l’amica di mia madre dire: “Io non riesco a capire, quando sono in Austria potrebbero lasciare quel loro copricapo a casa. Anche noi ci dobbiamo adattare quando andiamo lì.” “E sapete come mi sono sentita?” ha chiesto Dina. “Mi sono veramente arrabbiata – ma non ho detto una parola. Poi ho sentito l’amica di mia madre borbottare: ‘Allora, anch’io andrò in Iran e non indosserò alcun velo sulla testa’. Ma, ho pensato tra me, non andrai molto lontano. In Iran sarebbe come se una donna camminasse nuda per strada. All’improvviso la rabbia se ne è andata. Mi veniva da ridere perché mi ero immaginata l’amica di mia mamma che camminava senza vestiti per le stra- de della nostra città. Non sarebbe divertente?” Io, Isabell e Sonia ci siamo messe a ridere. Appena ci siamo avvicinati alla scuola abbiamo visto ar- rivare Isaac . Isaac è il nostro nuovo compagno di classe. Non sapeva leggere e scrivere in tedesco. Ma cercava di parlare in tedesco. Ovviamente incespicava un sacco, mischiava i tempi dei verbi e spesso le parole gli uscivano nell’ordine sbagliato. Pensavo a quanto fosse difficile imparare a parlare, leggere e scrivere in un’altra lingua. Come era possibile che alcuni dei